Il marchio
«Colere Anima», associazione culturale no profit, esprime già nel nome il suo nobile intento: l’attenzione alle qualità più raffinate dell’essere umano, la cura delle sue energie creative come fattore potenziale di crescita, miglioramento e approdo alla felicità.
Una volontà che sceglie come suo tramite l’arte e la ricerca della bellezza, intesa come luce della comprensione nell’oscurità del caos e dell’ignoranza. L’arte non conosce confini, né limiti di linguaggio: per questo l’associazione si rivolge ad ogni forma di espressione, ispirandosi all’ideale umanistico per cui l’esperienza artistica non si esaurisce nella realizzazione, o fruizione, di un’opera, ma persegue il proprio fine ultimo nel far vibrare e innalzare l’anima dell’uomo oltre i limiti della mondanità e la fragilità delle apparenze.
A render chiaro il pensiero che dà forma ai propri disegni, «Colere Anima» assume come proprio marchio identificativo la civetta, protagonista di una complessa quanto antica simbologia trasversale a luoghi, epoche e culture anche molto distanti tra loro. Dalle incisioni rupestri del paleolitico superiore al culto mesopotamico della dea Isthar, dai rituali precolombiani d’oltreoceano al Ramayana induista fino alle credenze del Medioevo europeo, la civetta (e più in generale i rapaci notturni, come anche il gufo) in virtù della capacità di volare vedendo attraverso le tenebre è incarnazione, potente e ambigua, di saggezza, furbizia, chiaroveggenza o stregoneria. Il suo calarsi nell’ombra per poi librarsi nel cielo la fa essere ora veicolo di conoscenza psichica profonda ora guida delle anime nell’aldilà; restando sempre, fin dalla notte dei tempi, simbolo dell’essere in relazione con la trascendenza e l’esplorazione dell’ignoto.